Salute. Report assemblea del presidio permanente all’ospedale San Gennaro
NAPOLI – Si è tenuta martedì 10 gennaio alle ore 17:30, negli spazi occupati dell’ospedale San Gennaro del rione Sanità, l’assemblea del presidio permanente aperta ai lavoratori e ai cittadini. L’occasione è servita per fare il punto della situazione e riflettere sul San Gennaro del futuro. Una riunione importante, che nasce dalla partecipazione degli attori principali della vicenda: cittadini e lavoratori che, vivendo la struttura e il territorio, possono progettare il futuro dell’edificio in funzione dei bisogni della popolazione, offrendo un modello di partecipazione diretta realmente democratica, che parta dal basso e che possa essere esportata.
La struttura, che in seguito al decreto n. 49/2010 avrebbe dovuto cessare l’attività e chiudere, grazie all’attenzione generata dalle proteste e dalle manifestazioni degli abitanti del quartiere resta aperto, ma riconvertito in un presidio al servizio della città. Dal 28 novembre tale struttura vede attivi lo PSAUT h 12 (Servizi di Assistenza e Urgenza Territoriale Potenziati – ndr), con 298 visite effettuate al 31 dicembre 2016 e circa 70 dall’inizio dell’anno nuovo, un’ambulanza dedicata h 24, un ambulatorio infermieristico e un poliambulatorio specialistico, tuttavia non è più possibile effettuare ricoveri.
Aperti i reparti di cardiologia, gastroenterologia, otorinolaringoiatria, diabetologia, radiologia, urologia, parte del laboratorio, il consultorio e come detto, lo PSAUT, i locali dei piani superiori invece, attualmente in ottimo stato, risultano abbandonati e chiusi alle attività. Quest’ultimo è stato uno dei tre argomenti di discussione: è stato chiesto a tutti i presenti di pensare, anche in virtù degli incontri successivi, all’utilizzo dei locali, quelli cioè da riservare alla attività di assemblea e quelli destinati alle funzioni dell’ambulatorio previste nell’ultimo cronoprogramma di attivazione dei Servizi Sanitari del Direttore Medico di Presidio, il Dott. Giuseppe Monaco.
Il cronoprogramma infatti è stato il secondo punto trattato dall’assemblea: la questione riguarda una serie di servizi da attivare a breve-medio periodo come, per citarne alcuni, il centro di prevenzione e riabilitazione cardiovascolare e diagnostico, il centro di riabilitazione geriatrica con annesso centro diurno RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale – ndr), e il centro di riabilitazione neuromotoria con ambulatori di neurofisiopatologia.
Al riguardo sono state segnalate alcune criticità ed è stato deciso che verrà elaborato un documento di risposta comprensivo anche delle richieste di personale e di strumentazioni, necessarie al fine dell’attivazione del programma stesso.
Il terzo punto ha riguardato lo PSAUT e la possibilità di renderlo attivo non per 12 bensì per 24 ore al giorno. Anche in questo caso la richiesta è stata di un maggior numero di medici necessari per coprire tutti i turni.
Dall’incontro sono venute fuori alcune proposte sulla struttura, come a esempio la possibilità di trasformarla in un ospedale di comunità, ospitare cioè all’interno del presidio i cittadini per tutti quei servizi che di solito sono erogati a domicilio. Così facendo, migliorerebbe l’organizzazione capillare sul territorio, e i cittadini, nei casi non gravi, verrebbero seguiti senza dover recarsi ai pronto soccorso, limitandone la saturazione.
I presenti hanno posto l’attenzione anche su alcuni problemi come quello concernente il reparto di oncologia: pare infatti che la domanda dell’utenza rispetto al numero di visite sia bassa, probabilmente, a detta degli intervenuti, perché il San Gennaro a causa dei noti problemi e del grosso punto interrogativo che da tempo lo accompagna, è fuori dalla rete generica delle strutture. In questo senso sono stati proposti tavoli di lavoro per favorirne un reinserimento, accanto alla possibilità di poter lanciare un progetto di prevenzione oncologica e senologica.
Infine, l’occasione è servita ai cittadini e ai lavoratori per riflettere sul recente caso dell’ospedale di Nola e in generale sul settore sanitario in Campania: è stato ribadito che il pericolo di una privatizzazione crescente nel settore va combattuto attraverso la difesa del servizio sanitario pubblico, con la creazione di comitati e con una maggior partecipazione e aggregazione.
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