Scampia. Posticipata la scadenza del concorso “Una poesia per il futuro”
NAPOLI – La seconda edizione del concorso nazionale di poesia “Una poesia per il futuro”, organizzata dall’associazione Centroinsieme Onlus, progetto “vela: rendere consapevoli”, scadeva in data 30 giugno 2017, ma è stata prorogata al 30 novembre 2017. Gli organizzatori, in seguito ad alcuni problemi logistici, hanno posticipato la scadenza del progetto teso a sensibilizzare i cittadini e abbattere i pregiudizi di tutt’Italia sul quartiere Scampia.
“Una poesia per il futuro” è un’iniziativa che mira ad arricchire moralmente e culturalmente un territorio da sempre vittima di stereotipi e pregiudizi. Aperto ad adulti e bambini, il progetto intende stimolare i cittadini e favorirne un’apertura verso il mondo attraverso la creatività e il pensiero, portando un contributo tangibile a una terra che soffre.
Il concorso, che premia i primi dieci classificati con diploma, targhe e scatole contenenti prodotti tipici, libri e cd musicali, è strettamente legato al territorio e al sociale, poiché il ricavato proveniente dalle quote di partecipazione viene poi devoluto all’associazione Centroinsieme onlus che opera a Scampia e che utilizza queste risorse per organizzare doposcuola e progetti laboratoriali con i ragazzi del quartiere.
Grazie alla somma percepita nella precedente edizione infatti, Centroinsieme onlus ha potuto velocizzare i lavori di ristrutturazione della sede inagibile a causa di infiltrazioni e problemi alla struttura. Proprio i disagi dovuti ai lavori e l’accumulo del ritardo sulla tabella di marcia hanno reso necessaria la proroga della scadenza del concorso, rendendo al contempo possibile una maggior adesione in termini numerici dei partecipanti.
L’associazione nasce con l’intento di restituire la dignità e i diritti fondamentali ai più deboli, migliorandone le condizioni di vita, seguendoli in un percorso educativo e aiutandoli nell’integrazione; ciò che spinge l’associazione è l’esigenza di fermare il degrado dell’area di Scampia insegnando i concetti di giustizia e legalità ai giovani, aiutandoli a rifiutare la cultura della violenza e della sopraffazione, investendo e gettando luce sulla ricchezza e sui lati positivi del quartiere.
Abbiamo intervistato al riguardo il presidente dell’associazione Centroinsieme Onlus Vincenzo Monfregola.
Ci parla del concorso?
«E’ aperto a tutti, il tema è libero e non ci sono limiti di lunghezza per quanto riguardo il testo; tutti gli interessati possono inviare le copie delle poesie online, le stesse verranno esaminate dopo la scadenza dal presidente insieme alla commissione. Una volta esaminati tutti i lavori verrà comunicato ai vincitori la data e l’ora della premiazione. Per il primo premio, sia nella passata edizione che in questa, abbiamo avuto il privilegio di ricevere un’opera dell’artista Riccardo Dalisi.»
Lo scopo dell’iniziativa?
«C’è uno scopo morale: abbattere le barriere del pregiudizio, fare una vera e propria catena umana nazionale unita contro gli stereotipi su Scampia. Come farlo se non con la poesia? Magari poetando si riesce a essere ascoltati e a portare avanti discorsi più sensati che vanno oltre qualsiasi barriera costruita dalla società intorno a questo territorio. L’iniziativa è anche una sorta di raccolta fondi, l’associazione deve autofinanziarsi per poter svolgere le attività: grazie a una parte di questi fondi abbiamo potuto velocizzare i lavori di ristrutturazione della sede.»
Precisamente a quali attività sono destinati i fondi?
«Lo scopo principale che ci poniamo nei confronti dei ragazzi è quello di portarli oltre i limiti del quartiere, permettere loro di scoprire quanto di bello ci sia in Italia; utilizziamo i fondi quindi per organizzare viaggi portandoli in giro; ci rechiamo anche da amici dell’associazione, ad esempio a Savignano o a Pistoia. Inoltre organizziamo dei laboratori ludico-creativi, ad esempio quello teatrale, o ancora laboratori di tessitura; abbiamo bisogno di materiale che va comprato, anche se qualcosa arriva tramite il passaparola. Garantiamo loro la merendina dopo il doposcuola tutti i giorni, durante il momento relax: finiti i compiti si fa merenda e si fa baldoria, tutti insieme.»
Cosa ricorda in particolare dell’edizione precedente del concorso?
«Fu molto bello vedere sin da subito concretizzato lo scopo del progetto; ho notato la partecipazione dell’Italia, ho visto cioè un rappresentate per ogni regione partecipare, unendosi al principio e alla finalità del progetto: fare cioè qualcosa di concreto nel sociale, laddove è necessario un intervento comune. Chi ha partecipato, anche chi non ha vinto, ha voluto presenziare alla premiazione.»
Cosa può dirci dell’associazione?
«Centroinsieme nasce nel 2013 e diventa onlus nel 2014. L’associazione mi regala delle emozioni continuamente perché interagiamo con bambini con problematiche serie, non solo disagi caratteriali ma con situazioni familiari dure, con genitori detenuti, disoccupati, in preda alla disperazione. Ho provato una forte emozione nel ricevere la fiducia assoluta dei genitori: loro affidano a noi i ragazzi in modo tale che i figli capiscano che quella non è la strada giusta da seguire, non è l’unica strada. Noi mettiamo i ragazzi davanti a una scelta, non diciamo loro cosa è giusto o sbagliato, ma spieghiamo le conseguenze delle possibili azioni cosicché poi da adulti possano decidere con la giusta consapevolezza. Osservare gli adolescenti che avrebbero potuto intraprendere un percorso più ′facile′ nel nostro territorio e che invece hanno scelto la via della scuola e dei lavori estivi, mi ha dato una grossa gioia.»
Cosa pensa dell’abbattimento delle vele?
«Tutti noi dell’associazione siamo cresciuti nelle vele, le conosciamo benissimo. A noi dispiace che l’anima delle vele non sia mai emersa. Attualmente si respira esasperazione; non c’è quasi più nessuno degli assegnatari, molti sono gli occupanti e sono disperati, perché oggi come oggi per arrivare alle vele evidentemente non si sa dove coprire il capo. Certo la situazione è delicata, ma il percorso, anche burocratico, è troppo lungo. Sembra però che si sia arrivati alla conclusione, sono in previsione gli spostamenti per accorpare le persone in un’unica vela e procedere all’abbattimento delle restanti.»
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