Scandalo FIFA: dal Sudafrica 10 milioni alla Concacaf
NEW YORK – La rielezione di Joseph Blatter alla guida della FIFA, poche ore dopo l’irruzione del 27 maggio della polizia svizzera al Baur au Lac Hotel e l’arresto di 7 funzionari della Football Association per corruzione, sembra la peggior medicina possibile da somministrare a un calcio malato. Dopo lo smascheramento di vent’anni di malefatte, in seguito alle indagini dell’FBI, è di queste ore la notizia diffusa dal New York Times che rivelerebbe il versamento di 2,2 milioni di euro da parte della FIFA alla Concacaf, la federazione calcistica del Nord, Centroamerica e dei Caraibi: questa ‘donazione’, che sarebbe dovuta servire a sostenere le spese per la costruzione di una nuova sede per un avamposto caraibico FIFA e due campi di calcio, che però non hanno mai visto la luce, è stata versata in varie tranche dal 2008 al marzo 2014. Ciò non bastasse, a compromettere ulteriormente la trasparenza di queste operazioni, è l’ammissione da parte di Danny Jordaan, il presidente della Federcalcio sudafricana, di aver versato 10 milioni di dollari nelle casse della Concacaf nel 2008 per lo stesso nobile motivo: “Non ho pagato nè preso mai una tangente in vita mia, potete chiederlo a tutti i dirigenti Fifa con cui ho avuto a che fare”. Ma a Jordaan bisognerebbe chiedergli il motivo di questa ulteriore donazione, che risalirebbe a due anni dopo l’assegnazione dei Mondiali di calcio al Sudafrica. Intanto l’indagine dell’FBI ha fatto crescere il numero degli arrestati da 7 a 14 in pochi giorni, tra loro Jeffrey Webb, braccio destro di Blatter, presidente della Concacaf e della federazione calcistica delle Isole Cayman, paradiso fiscale dove potrebbero essere finiti tutti quei soldi. Ed è proprio a una cena di gala del 2013, per brindare all’elezione di Webb al vertice della federazione americana, che è stato visto Blatter: con lui altri dirigenti di spicco ora in manette, per aver manipolato per anni le gare all’aggiudicazione di campionati di calcio, accordi sui diritti televisivi e di marketing.
Due banche inglesi sono citate nell’indagine: la Chartered Standard, sponsor sulle magliette del Liverpool; e la Barclays, sponsor della Premier League inglese. Hanno avviato le loro indagini interne per verificare se hanno recitato il ruolo di tramiti inconsapevoli nella vicenda. Tuttavia non sembrano mancare gli elementi affinché i prossimi giorni possano essere ricordati come quelli in cui, come spesso accade dopo frenetiche attività giudiziarie, un sistema contaminato in quasi ogni sua manifestazione prese a respirare un po’ d’aria pulita.
By Antonio Acconcio