Sclerosi multipla: scoperta nuova mappa del cervello
STOCCOLMA – Un gruppo di scienziati svedesi ha scoperto nuove cellule all’interno del cervello attraverso lo studio e l’analisi di più di 3mila cellule e 20mila geni diversi sui topi. E’ il gruppo dell’Istituto Karolinska di Stoccolma, coordinato da Sten Linnarsson e Jens Hjerling-Leffler, che ha delineato una nuova mappa di uno degli organi più complessi in assoluto.
Secondo gli studi compiuti da questo team di ricercatori svedesi sulla corteccia cerebrale dei topi, sono emersi 47 diversi tipi di cellule tra cui una gran percentuale di neuroni specializzati, alcune cellule dei vasi sanguigni e cellule gliali che si occupano dei ‘rifiuti’, proteggendo dalle infezioni e rifornendo le cellule nervose di nutrienti: “Questo è uno strumento senza precedenti per studiare il ruolo che questi tipi di cellule rivestono in molte malattie e per capire meglio il modo in cui il cervello reagisce ad esse”, ha spiegato il ricercatore Jens Hjerling-Leffler.
E’ un scoperta di non poco conto pubblicata sulla rivista Science e Current Biology. Secondo gli esperti infatti, grazie a queste nuove conoscenze, si potranno comprendere meglio alcune malattie neurologiche come la sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa che danneggia la cosiddetta mielina, una sostanza che protegge e riveste le cellule nervose: “Potremmo anche confermare risultati precedenti, ad esempio che le cellule piramidali della corteccia cerebrale sono organizzate funzionalmente in strati”, afferma ancora Jens Hjerling-Leffler, e “avere una mappa più dettagliata fornisce alla scienza un nuovo strumento per studiare i tipi di cellule in modelli di malattia e ci aiuta a capire meglio come le cellule cerebrali rispondono a una patologia e a un danneggiamento.”.
Scoprire una nuova mappa del cervello permetterebbe un orientamente migliore al suo interno, basti pensare che nel topo ci sono 100 milioni di cellule, e ben 65 miliardi in quello umano: “Se paragoniamo il cervello a una macedonia, spiega Sten Linnarsson, ricercatore senior del Dipartimento di biochimica e biofisica medica del Karolinska, possiamo dire che con i metodi precedenti era come frullare la frutta e vedere di che colore era il succo ottenuto da diverse parti. Negli ultimi anni invece abbiamo sviluppato tecniche di analisi più sensibili che ci permettono di vedere quali geni sono attivi in singole cellule. In pratica, adesso prendiamo i pezzi di frutta dalla macedonia e li esaminiamo uno per uno; poi smistandoli in mucchi vediamo quanti diversi tipi di frutta contengono, di cosa sono fatti e come interagiscono”. Una scoperta rivoluzionaria dunque, che potrebbe aprire nuovi orizzonti nel campo della neurologia.
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