Siria. Obama in confusione: “Non stiamo per invaderla, inviamo solo truppe”
WASHINGTON – In seguito all’annuncio statunitense di inviare altre unità speciali in Iraq e Siria per combattere le forze dell’ISIS, il presidente Barack Obama ha rilasciato alcune dichiarazione per difendere la scelta del governo americano. il leader delle forze armate statunitensi ha infatti dichiarato che la decisione di inviare altre truppe speciali in Iraq non può essere paragonata a una nuova invasione americana.
Durante l’intervista televisiva, rilasciata ai microfoni della CBS News, il presidente degli Stati Uniti d’America ha rilasciato la seguente contrastante dichiarazione: “Quando ho detto: niente scarponi sul suolo, credevo che gli americani capissero che non intendiamo portare avanti un’invasione in Iraq o in Siria, con squadroni che attraversano il deserto”. La dichiarazione di Obama infatti giunge proprio il giorno successivo all’annuncio del Pentagono di inviare truppe in Iraq, per aiutare le forze dei Peshmerga a condurre raid in Siria e combattere i gruppi militanti dello Stato Islamico. Ma Barack Obama ha così proseguito: “Ciò su cui voglio essere assolutamente chiaro è che noi spremeremo sistematicamente l’ISIS al fine di distruggerlo definitivamente, ma per farlo abbiamo bisogno della forza militare”.
Stando a quanto dichiarato dal Col. Steve Warren, portavoce della coalizione a guida americana anti ISIS, saranno circa 100 i sodati delle forze speciali che saranno schierati in Iraq. Attualmente ci sono già circa 3500 truppe americane schierate in sei distinte località irachene, chiamate a dare sostegno alle forze militari locali.
Quanto dichiarato dal presidente Obama, si aggiunge al precedente intervento di Ash Carter, segretario della Difesa, che aveva già parlato in merito a questa operazione considerandola come uno strumento utile al fine di “condurre raid, liberare ostaggi, raccogliere informazioni e catturare i leader dell’ISIS”. Da segnalare inoltre che, oltre alle 100 unità previste, la Casa Bianca ha anche ordinato il dispiegamento di circa 50 forze speciali in Siria con il pretesto di assistere e consigliare le forze locali, definite ipocritamente “Ribelli moderati”, oltre al Partito dell’unione del popolo kurdo (PYD).
In definitiva sembra che il problema sia esclusivamente grammaticale, perché con tutti questi soldati, tutti questi scarponi militari sul suolo siriano e iracheno, la parola da non utilizzare è “Invasione”.
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