Sociale. Gioco e incontro per una “Estate da Favola”
POZZUOLI – Sabato 1 luglio si è conclusa la rassegna “Un’Estate da Favola”, un’opportunità di gioco e di incontro per i bambini di Monterusciello, quartiere residenziale di Pozzuoli.
“Un’Estate da Favola” quest’anno è durata ben quattro giorni, durante i quali i bambini hanno potuto cimentarsi in alcuni giochi contestualizzati nella favola di Peter Pan. Grazie alla riuscita collaborazione dello scorso anno con l’Associazione Teatrale No Profit “Arcobaleno Bianco”, anche quest’anno gli organizzatori dell’evento hanno deciso di rinnovarla per i laboratori artistici, in vista dello spettacolo finale tenutosi sabato 1 luglio presso il teatro della Parrocchia Sant’Artema di Monterusciello. I protagonisti dello spettacolo sono stati naturalmente i bambini che hanno partecipato alla rassegna.
I giochi svolti in quei 4 giorni sono stati ideati prendendo a modello i “Giochi senza frontiere”, ma calati nel contesto della favola di Peter Pan. Queste giornate ideate per i bambini hanno visto anche l’attiva partecipazione di molti genitori della comunità parrocchiale, coinvolti dalle vibrazioni positive dell’evento.
«“Un’Estate da Favola” si inserisce in un progetto più ampio, un progetto che ha come punto focale la realizzazione di una comunità che crei una rete fra le persone», con queste parole ha commentato Padre Elio Santaniello, Parroco Pro Tempore della Parrocchia Sant’Artema, proseguendo «L’evento ha assunto una così ampia partecipazione che onestamente non ci aspettavamo. Ci ha fatto molto piacere la partecipazione anche di bambini di altre religioni e in fondo quest’evento è stato creato apposta per abbattere le frontiere culturali, ideologiche e religiose». La Parrocchia Sant’Artema è stata infatti la location dell’evento, senza che questo però influisse sulla partecipazione dei bambini: «A noi interessa costruire cultura e bene comune, infatti ci auguriamo di non fermarci alla singola iniziativa, ma speriamo di continuare ad ampliare il progetto di integrazione a più livelli», ha concluso il Parroco.
In questo contesto abbiamo incontrato anche il presidente dell’associazione “Arcobaleno Bianco”, Irene Ascolese.
Quando è stata fondata l’Associazione “Arcobaleno Bianco”?
«L’associazione è stata costituita 10 anni fa, ma siamo attivi dal 2005. Sin da subito abbiamo collaborato con i progetti teatrali delle scuole elementari di Monterusciello, mettendo in scena commedie adatte ai ragazzi come “Totò Sapore e le pentole maghiche” e “Pinocchio”. Dopo di che abbiamo investito il nostro tempo anche su giovani e adulti: per molti di loro era il primo approccio al teatro, ma dopo le piccole difficoltà iniziali hanno continuato il percorso teatrale con noi».
Lavorate sempre gratuitamente o svolgete anche altre attività teatrali?
«Non svolgiamo altre attività teatrali al di fuori dell’associazione. Essendo quindi un’associazione no profit, non percepiamo alcun compenso. Chi vuole però può contribuire: quando facciamo uno spettacolo le persone, se vogliono, possono contribuire con un obolo».
I vostri progetti?
«Siamo impegnati su diversi fronti. Oltre a collaborare da ormai quattro anni con Don Elio, abbiamo lavorato anche con i ragazzi del carcere Minorile di Nisida, mettendo in scena un “Pinocchio napoletano”. Nell’associazione lavoriamo soprattutto con ragazzi con disabilità e problematiche. Lavoriamo molto per la comunità e siamo impegnati anche nel sociale».
Quindi attraverso il teatro fate anche un lavoro di integrazione?
«Si è così. Spesso infatti lavoriamo simultaneamente con diversi gruppi, proprio per favorire l’integrazione dei ragazzi con disabilità».
Come vivono questa integrazione?
«Sono entusiasti e gli altri ragazzi hanno molta cura di loro. A settembre riprenderemo le attività e sono tutti impazienti».
Cosa pensate delle iniziative che stanno nascendo per rendere Monterusciello un quartiere attivo, anche dal punto di vista culturale?
«Ne siamo piacevolmente colpiti. Noi come associazione avevamo iniziato già tempo fa a realizzare varie iniziative, ma siamo contenti che anche altre persone abbiano a cuore il nostro territorio. Tra l’altro noi lavoriamo molto con i bambini proprio perché crediamo che anche la cultura del teatro possa dar loro una prospettiva diversa e più ampia».
By Ilaria D’Alessandro