Solidarietà. A Soccavo aggregazione, musica e sapori per la Sagra Francescana

NAPOLI – Grande successo per la 14a edizione della Sagra Francescana, allestita sabato 10 giugno nel quartiere di Soccavo, in un tratto di via dell’Epomeo interdetto alle automobili per l’occasione. I membri della Famiglia Francescana hanno organizzato e animato la sagra con lo scopo di creare aggregazione nel quartiere, allietare gli invitati e raccogliere fondi da destinare a diverse iniziative solidali.

Lungo via dell’Epomeo non era difficile riconoscere i volontari in maglietta verde che si assicuravano che tutti si sentissero partecipi della loro iniziativa. Tra loro i Frati Cappuccini, i laici dell’O.F.S. (Ordine Francescano Secolare – ndr), la Gi.Fra. (Gioventù Francescana – ndr) e gli Araldini, ovvero i bambini che seguono percorsi di formazione e attività ludiche. Gli stand, disposti nel tratto di strada a ridosso della Chiesa di S. Maria di Montevergine, offrivano ai passanti cibo, intrattenimento e informazioni; dalla frutta fresca alle pizze fritte, dai giochi per bambini all’adozione solidale di marionette confezionate dai volontari, tutti hanno potuto trascorrere un pomeriggio piacevole e contribuire a progetti benefici. Tra gli obiettivi fissati dalla vendita no-profit ci sono gli aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto nel Centro-Italia; la vacanza “Una mano per un sorriso”; e il supporto alla ricerca genetica, alla Caritas e a diverse missioni in Africa.

Durante l’evento, patrocinato dal Comune di Napoli, non è mancata l’attività di sensibilizzazione dei cittadini alle iniziative per il territorio della IX Municipalità, infatti gli interessati hanno avuto modo di compilare anche un breve questionario di proposte e impressioni che sarà inoltrato al Comune. La sagra inoltre ha contato sulla partnership di diverse associazioni che operano sul quartiere di Soccavo e sul contributo dei negozianti della zona.

La serata è continuata fino a mezzanotte, con musica dal vivo e piccoli spettacoli per grandi e piccini, allestiti su un palchetto di fronte al nutrito pubblico. Presso uno degli stand abbiamo incontrato l’ideatrice della sagra Maria Sabelli, membro dell’OFS. A lei abbiamo rivolto le nostre domande.

Perché questa sagra?

«E’ un’iniziativa che permette a noi di vivere un’esperienza di testimonianza nel quartiere e allo stesso tempo di promuovere la dignità delle persone nell’ambito dei progetti in cui crediamo. Permettiamo a grandi e bambini di sorridere. L’idea della Sagra Francescana è nata 14 anni fa e si rinnova ogni anno».

Chi ha partecipato all’organizzazione?

«La sagra è nata come esperienza di fraternità, quindi tutta la Famiglia Francescana; i Terziari, cioè la fascia più adulta; e i giovani che sono il cuore pulsante del gruppo. Da qualche anno facciamo partecipare anche gli Araldini, i più piccoli, che con il loro entusiasmo travolgono anche noi adulti. C’è stato poi un grande lavoro di pubblicità: i negozianti hanno aderito come sponsor quando noi gli abbiamo spiegato le finalità della nostra sagra. E’ un modo per loro di fare pubblicità, ma anche di fare beneficenza».

Quali sono gli obiettivi benefici?

«L’obiettivo più importante di ogni sagra è quello di permettere una vacanza al mare in estate e una in montagna in inverno a 15 ragazzi che sono in ristrettezze economiche. Questo ci rende già felici. A questo si aggiungono le nostre missioni in Brasile e in Romania e un pensiero quest’anno è rivolto anche alle zone terremotate del Centro-Italia. Vogliamo supportare Emergency, che lotta su zone di frontiera. L’anno scorso abbiamo contribuito all’iniziativa della Lega del Filo d’Oro, insomma cerchiamo di versare una piccola goccia dappertutto. Anche se il nostro aiuto è piccolo, come dice Madre Teresa: “Anche l’oceano è composto di piccole gocce”».

Soddisfatti per questa edizione?

«Per noi va sempre bene. Da molti giorni lavoriamo come un formicaio in piena attività: abbiamo organizzato le affissioni lungo le strade, stamattina abbiamo preparato la frutta, le bombole per la cucina. Insomma, è un lavoro molto frenetico dove sforzo, fatica e sudore si riversano nella speranza che l’essere umano sia sempre capace di fare anche del bene. E’ sempre un’esperienza che lascia molto di positivo, siamo tutti sudati, stanchi, ma tutti contenti di aver fatto qualcosa di buono, non solo per noi ma anche per gli altri».

Quanto è importante per il quartiere questa iniziativa?

«La nostra zona, collegata al Rione Traiano, è conosciuta come la “strada bianca della droga”, famosa per le stese e le bande giovanili. Noi ci teniamo a far capire che questo quartiere non è solo al centro della cronaca nera, ma è anche capace di fare del bene. Forse è solo più silenzioso, quindi con questa iniziativa proviamo a rendere il bene più chiassoso, perché in questa zona c’è tanta gente che crede nell’umanità».

Noemi Orabona

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