Sopravvissuta messicana in Egitto “Ci hanno colpito 5 volte in 3 ore”
CAIRO – Susana Calderon, turista messicana ricoverata al Cairo Hospital, è una dei sopravvissuti al terribile incidente del 13 settembre scorso, in cui 12 persone, tra turisti stranieri e guide egiziane, hanno perso la vita, colpiti dalle forze dell’ordine del luogo perché scambiati per terroristi. La donna ha dichiarato alla stampa messicana: “Siamo stati colpiti cinque volte nel giro di tre ore”.
La turista messicana è stata intervistata dal giornale messicano El Universal e ha raccontato i momenti di terrore di quel tragico giorno in cui i poliziotti egiziani hanno aperto il fuoco contro il convoglio di auto che trasportavano 22 persone tra turisti e guide del posto nel deserto occidentale egiziano. Una zona interdetta al passaggio dei visitatori, se non con permessi speciali che consentono alle forze di polizia di identificare e riconoscere i visitatori. “I paesaggi sono meravigliosi – ha dichiarato la donna- ma non c’è un posto in cui rifugiarsi, niente verso cui correre e ripararsi”.
La Calderòn ha riportato ferite e contusioni dichiarate guaribili sebbene abbia subito una paralisi della gamba destra. La ferita più profonda la porta, però, nel cuore: suo marito, è morto per le lesioni riportate nell’incidente. “L’ho sentito dirmi che mi amava- ha dichiarato la turista- e poi non ho più saputo niente di lui, finché in ospedale mi hanno detto che era morto”. Insieme al marito della donna, Luis Calderòn, sono stati identificati altri tre messicani, vittime dell’incidente, grazie alla diffusione tramite social network: Queta Rojas, fashion executive in Messico; Rafael Bejarano, musicista; Maria Elena Cruz Muñoz, membro del Partito di Centro Destra messicano.
Seguono speditissime le indagini sulle modalità e le cause dell’increscioso incidente. Nel frattempo il Procuratore Generale che segue le indagini si è scagliato contro i media, bandendo la diffusione di notizie che non siano ufficialmente riconosciute dal governo attraverso comunicati stampa.
By Margherita Sarno