Sport. Francesco Gugliara, tra Diritto e low kick
NAPOLI – A Napoli c’è un avvocato che vince in tribunale e sul ring, il suo nome è Francesco Gugliara e dal 19 giugno 2022 è il Campione italiano di Kick Boxing per la categoria – 89 kg.
La Kick Boxing è uno sport da combattimento con origini molto antiche, nativo del sud-est asiatico, che combina le tecniche di calcio tipiche delle arti marziali orientali ai colpi di pugno propri del pugilato. Francesco Gugliara è invece nato a Napoli. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, si divide tra il Tribunale e il ring: fin da bambino si appassiona a diversi sport, ma a 15 anni si avvicina alla Kick Boxing. Grazie alla sua imponente struttura fisica mostra una naturale predisposizione per questa disciplina e dopo pochi mesi di allenamento partecipa già a competizioni ufficiali di livello regionale. Nel corso degli anni, divenuto cintura nera, ottiene numerosi trofei locali, regionali e poi nazionali. Appena maggiorenne conquista la medaglia d’argento ai campionati interregionali. Tuttavia per diventare avvocato riduce l’intensità degli allenamenti, fino a fermarsi dalla pratica agonistica, ma nel 2020, ormai alla soglia dei 30 anni, sfidando se stesso, riprende gli allenamenti con il Maestro di sempre, Fabrizio Larocca, e parte dei membri della storica squadra di allenamento. Dopo alcuni incontri amichevoli, nonostante gli anni di stop, si accorge di essere ancora un campione, tanto da iscriversi alle qualificazioni per il Campionato Italiano: con numerose vittorie, nel 2022 si qualifica alle semifinali del campionato nazionale, per poi disputare e vincere con enorme successo la finale il 19 giugno 2022, presso il palazzetto dello sport di Velletri.
Da pochi giorni ha ricevuto dalla Federazione Sportiva (WTKA) la convocazione per la Nazionale Italiana di Kick Boxing. A ottobre quindi parteciperà come atleta della Nazionale Italiana ai Campionati Mondiali che si terranno a Massa Carrara. Un risultato stupefacente che Francesco Gugliara ai nostri microfoni commenta così: «La passione, la dedizione e l’ossessione, ancor più che il talento, unitamente allo stile di vita sano, sono la chiave dei successivi sportivi. Lo sport è merito, passione, dedizione, tenacia, e soprattutto giustizia. Dopo tanti anni di stop, ritornare a combattere poteva essere un ‘suicidio atletico’, per me invece ha rappresentato una sfida, di cui io stesso avevo paura. Ma i sacrifici, l’impegno e, perché no, un pizzico di fortuna, hanno dato il massimo risultato. Credo che ognuno di noi debba affrontare la vita con dedizione, fissando per se stessi importanti obiettivi, che per quanto ambiziosi possano essere, non saranno mai impossibili da raggiungere.»
Ok, ma è più semplice vincere una causa in tribunale o un incontro?
«Indipendentemente dalla vittoria dell’uno o dell’altro, è sicuramente più facile gestire un incontro che una causa. Fermo restando che in entrambi i casi si tratta di un combattimento, ma che nel primo caso, sei certo che per quanto temibile, troverai un avversario, approssimativamente del tuo stesso peso, che si scontrerà con te, al massimo delle sue possibilità, ma nel pieno rispetto delle regole. Nel caso del processo, in particolar modo in quelli penali, spesso all’imputato non vengono concessi gli strumenti necessari alla difesa, trovandosi il più delle volte a dover fronteggiare a ‘mani nude’ un avversario ‘armato fino ai denti’, con enormi conseguenze nella sfera personale dell’individuo sottoposto a processo»
Al riguardo, qual è il tuo colpo preferito?
«I low kick (Calcio basso) sicuramente, ma anche gli high kick, il gancio, il diretto, il montante…»
Quali sono le tue aspettative con la Nazionale Italiana di Kick Boxing per i campionati mondiali?
«Sicuramente non mi pongo alcun limite! Non mi aspettavo di diventare Campione Italiano e non mi aspettavo di essere convocato dalla Nazionale, ma è successo! Ora non mi aspetto di vincere i mondiali, l’obiettivo è di dare tutto me stesso come ho sempre fatto, per non avere rimpianti. Lo sport, più di ogni altra cosa, mi ha insegnato che si vince e si perde, ma in entrambi i casi si guadagna in esperienza. Di sicuro però, soprattutto adesso che rappresento l’Italia nella mia categoria di peso, al mondiale di ottobre venderò cara la pelle!»
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