Sport. Il rugby a Salerno unisce sport e attivismo
NAPOLI – Ha esordito domenica 19 novembre alle ore 15:00 la squadra femminile di rugby popolare “Zona Orientale”, nel torneo di Coppa Italia femminile a sette in svolgimento al Villaggio del Rugby in Viale della Liberazione a Napoli.
Il progetto di una squadra di Rugby popolare nasce a febbraio 2015 dall’idea di due appassionati, Davide e Marco, che nel novembre dello stesso anno hanno dato vita all’associazione sportiva dilettantistica “Zona Orientale” Rubgy Popolare Salerno.
Il progetto ha l’obiettivo di promuove lo sport come strumento di lotta contro tutti i tipi di discriminazioni: etniche, di genere, religiose e di sesso.
Abbiamo posto al riguardo alcune domande a Domenico De Pascale, pilone della squadra maschile di rugby e addetto alla comunicazione.
Rugby popolare e antifascista?
«L’idea di rugby popolare nasce per promuovere aggregazione riportando lo sport ai suoi valori originari, quelli di competizione sana che non sfoci nell’agonismo esasperato. Noi vediamo lo sport come un diritto di tutte e tutti senza distinzioni. In questo siamo guidati da tre pilastri: siamo antifascisti, antirazzisti e antisessisti.»
È difficile attrarre giovani in un progetto sportivo diverso dal calcio?
«Il nostro progetto va avanti da oltre due anni, in questo tempo decine di persone si sono avvicinate a noi, molte delle quali non avevano mai toccato un ovale in vita propria. Abbiamo accolto studenti e lavoratori, erasmus e rifugiati, uomini e donne affascinati dal nostro progetto e che ci sostengono in campo e fuori. Lottiamo contro la carenza di strutture e contro l’indifferenza della nostra città di provincia, ma questi sono stimoli, non ostacoli insormontabili.»
Perché proprio il rugby?
«Alcuni di noi avevano già esperienza decennale di rugby e di militanza, ci è venuto naturale unire queste due componenti. Inoltre i valori del rugby si sposano perfettamente con quelli che portiamo avanti, per togliere spazio a infiltrazioni intolleranti, sessiste, fasciste e razziste, cose che non hanno diritto di cittadinanza nello sport»
Rugby femminile in Italia, ma è ancora forte la visione stereotipata della donna?
«L’esordio in un torneo federale della nostra squadra femminile fa seguito di pochi mesi a quello della compagine maschile. Grazie a noi, squadra di rugby popolare, è rinato il movimento femminile della palla ovale a rugby. L’ultimo campionato disputato da una squadra salernitana infatti risale al 2011. Il rugby purtroppo è vittima di numerosi pregiudizi, tra cui quello di non essere uno sport adatto alle ragazze. Confidiamo che il nostro lavoro sia utile a sconfiggere questi stereotipi, dimostrando che tacchi e tacchetti non sono in antitesi tra loro.»