Teatro: arrangiarsi e Improvvisare
NAPOLI – Il 23 maggio a Napoli, allo Slash/art music di Via Vincenzo Bellini, si è tenuto lo spettacolo teatrale dell’associazione “Coffee Brecht”, che sponsorizza e organizza “IMPRO-TEATRO FESTIVAL azione improvvisata”, un festival giunto ormai alla terza edizione, che si svolgerà dal 26 giugno al 12 luglio prossimo. Per portare la manifestazione a Napoli, l’associazione “Coffee Brecht” ha organizzato una raccolta fondi, perché come dice Massimo Magaldi, uno degli attori che si sono esibiti nella serata del 23, «Napoli è una città che ha tanto da dare quanto da prendere, e quello è il momento di scambio più forte: uno spettacolo di improvvisazione è un bel dare avere per tutti, per quelli che vanno a vederlo e quelli che lo fanno».
L’associazione Coffee Brecht nasce nel 2011. Affiliata ad “Imprò-improvvisazione teatrale”, è composta da attori talentuosi e determinati che fanno parte della scuola di teatro dell’associazione. Coffee Brecht propone uno spettacolo differente, che ha un tipo di recitazione che si basa sull’improvvisazione: con la collaborazione del pubblico lo spettacolo si sviluppa man mano che la serata procede. Ognuno è protagonista in piccola parte di ciò che si sta andando a vedere, ognuno può scegliere ciò che deve essere detto, come può concludersi uno sketch o ancora chi deve recitare in un determinato momento dello spettacolo. A portare tutto in scena sono Maria Siciliano, Diego Purpo, Maura Bellini e Massimo Magaldi, che hanno risposto alle nostre domande.
Da cosa nasce la passione per la recitazione?
«Secondo noi nasce dalla voglia di condividere, anche se di fatto ognuno ha un proprio percorso. L’improvvisazione, a differenza del teatro classico, è più democratica: concede l’accesso al palco in modo un po’ più semplice e in modo anche più naturale e intuitivo, quindi quando vedi uno spettacolo di improvvisazione per la prima volta ti cattura per due motivi in particolare: il primo perché è magico, il rapporto con il pubblico è diretto e si crea una bella atmosfera; il secondo perché è veramente alla portata di tutti.»
Come siete arrivati a uno spettacolo completamente improvvisato?
«Per arrivare a fare uno spettacolo del genere si lavora tanto, bisogna studiare, ma lo possono fare tutti. Le prime scuole di improvvisazione sono nate in Canada, ed è un fenomeno diffuso già da 20, 30 anni. Ci sono libri, scuole, teatri dedicati solo all’improvvisazione, quindi noi ci inseriamo in una realtà che forse in altri Paesi è più nobilitata come arte, però possiamo dire che anche in Italia il movimento Impro-Teatro sta creando parecchie realtà, e comunque noi quando andiamo sul palco ci divertiamo tantissimo proprio perché improvvisiamo.»
Perché è necessario un Festival sull’improvvisazione?
«I motivi sono tanti. Principalmente perché esiste Impro-Teatro, che è la rete nazionale e il simbolo del movimento di improvvisazione teatrale in Italia, e l’Impro-Teatro Festival è il festival delle eccellenze di improvvisazione del teatro, quindi è un modo per far capire quanto può essere bella l’improvvisazione. E’ necessario perché ci vogliono le cose belle, e perché questo festival raccoglie tutte le fisionomie dell’improvvisazione, tutte le sfumature che incorporano molte performance, la profondità attoriale e delle relazioni che ci sono tra gli attori, così diventa particolare, forte, e uno vive le emozioni dell’attore in scena molto più profondamente. L’improvvisazione nasce nell’armonia di chi sta sul palco, ma anche nell’armonia con chi sta nel pubblico, che senti e avverti, insomma si crea una bella atmosfera».
By Francesca Roberto