Teatro. In scena Michel Agnolo Florio, l’uomo
BREGAGLIA – Lunedì 30 luglio si è tenuto lo spettacolo teatrale sulla vita di Michel Agnolo Florio, che è stato ed è tuttora al centro del dibattito culturale mondiale riguarda la paternità delle opere di Shakespeare. La sua storia è proposta in forma di spettacolo teatrale che ripercorre la vicenda umana del frate francescano, nato a Firenze, cresciuto in Italia, emigrato in Inghilterra e convertito al protestantesimo, e probabilmente tra gli ispiratori di alcune opere di William Shakespeare, per poi concludere la sua vita a Soglio, in Svizzera.
Lo spettacolo mira a far riscoprire, attraverso i temi attuali dell’immigrazione e la diffusione della conoscenza, ovvero del linguaggio moderno e della comunicazione di massa, l’intellettuale che tra i suoi simili non trova corrispondenza ed è costretto a trovare un posto in un’altra società.
Lo spettacolo è scritto e diretto da Paolo Pollio, interpretato da Fiorella Orazzo e dallo stesso Paolo Pollio, che al riguardo ha risposto alle nostre domande.
Com’è nata l’idea di uno spettacolo su Florio?
«Florio mi ha affascinato per la sua voglia di comunicare. La sua necessità di aprire le menti delle persone attraverso la conoscenza, nel caso in particolare diffondendo il verbo fino a rischiare la propria vita, e poi il suo coraggio, la sua tenacia. Sono un paio di anni che lavoro intorno alla sua figura e non credo di aver finito. Un motivo è stato anche pratico: la lingua italiana si è diffusa in Svizzera in alcune valli dei Grigioni, che sono le valli che ancora oggi hanno come lingua madre l’italiano, e da italiano avevo la necessità di poter raccontare una storia in italiano e che il fatto che io la raccontassi in italiano avesse un motivo in più rispetto al fatto che io sono di lingua italiana.»
Dunque lo spettacolo?
«Questo spettacolo avrà una evoluzione, alla quale stiamo lavorando, per poterlo portare, si spera, anche nei cantoni di altre lingue, facendoci aiutare dai soprattitoli in lingue diverse. A Brusio lo spettacolo sarà impostato in maniera itinerante. La storia si svolge in posti molto diversi e dato che la casa Besta (Centro culturale di Brusio – ndr) offre la possibilità di avere in un solo luogo tanti luoghi, allora abbiamo convenuto con la mia collega e compagna di scena Fiorella Orazzo di impostare lo spettacolo in maniera itinerante. Magari anche per rendere l’idea della difficoltà di chi è costretto a spostarsi sempre per arrivare alla conoscenza.»
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