Territorio. Al via il Giugno Giovani con “Volare Oltre”
NAPOLI – La rassegna di eventi Giugno Giovani 2017 del Comune di Napoli è partita il giovedì 1 giugno con il convegno “Giovani, famiglie e territorio: nuove reti per prevenire la devianza giovanile”, svoltosi presso il Centro Polifunzionale NaGioJa in viale Adriano. L’incontro, organizzato dalla neonata associazione “Volare Oltre”, ha raccolto proposte, lavori e riflessioni sulla prevenzione della devianza giovanile.
Un mese tutto dedicato ai giovani, alle loro possibilità, alternative e idee. L’Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli, Alessandra Clemente, presente al convegno, ha illustrato l’iniziativa di Giugno Giovani come un’opportunità per i ragazzi di essere attori protagonisti del territorio, per dare una spinta positiva a tutto il tessuto sociale partenopeo.
Al Centro Polifunzionale NaGioJa si è deciso di partire dai giovani che vivono situazioni di disagio, quelli maggiormente esposti al rischio della devianza. L’idea è dell’associazione Volare Oltre, una realtà nata dal progetto Gio.Vi.A.Le (Giovani impegnati in azioni per la legalità – ndr), promosso dalla cooperativa sociale “L’Orsa Maggiore” e sostenuto dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile. In quest’occasione i giovani hanno deciso di impegnarsi attivamente per favorire l’integrazione di chi vive ai margini, per offrire sostegno a giovani e famiglie a rischio e promuovere una comunità equa, solidale e accogliente.
Sono intervenuti al convegno Gaetano di Benedetto, presidente dell’associazione Volare Oltre; Angelica Viola, presidente della cooperativa sociale L’Orsa Maggiore; Concetta La Sala, assistente sociale specialista della Prefettura di Napoli; Gianluca Guida, direttore dell’Istituto Penale per Minorenni di Nisida; Melania Corvino, Psicoterapeuta della cooperativa Alice; Antonio D’Ambrosio, della Polizia Stradale; e Rossella Baffa, dirigente scolastico dell’I.I.S. Vittorio Emanuele II. I relatori hanno portato il loro contributo in materia di prevenzione degli omicidi stradali dovuti al consumo di sostanze stupefacenti, di supporto psicologico a giovani e famiglie, di interventi curati dalle agenzie educative scolastiche, di prevenzione della tossicodipendenza e di riabilitazione di giovani immersi in contesti criminali. Diverse generazioni e istituzioni a confronto, tutte impegnate in progetti di supporto: produzione di materiale audiovisivo di sensibilizzazione, attività nelle scuole a stretto contatto con i ragazzi, supporto trasversale e mirato alla prevenzione.
Al riguardo abbiamo rivolto alcune domande al presidente dell’associazione “Volare Oltre”, Gaetano Di Benedetto.
Come è nata “Volare Oltre”?
«E’ nata da Gio.Vi.A.Le, un progetto finanziato dalla Regione che ha avuto come partner L’Orsa Maggiore, il CSV, le scuole e altre associazioni e cooperative. E’ proprio dalle braccia di questo progetto e de L’Orsa Maggiore, presso la quale abbiamo prestato servizio di volontariato, che nasce Volare Oltre. E’ un’associazione di promozione sociale che opera nel quartiere di Soccavo, abbiamo deciso di crearla perché c’è forte bisogno di intervenire sulle condizioni sociali e del territorio a cui ci rivolgiamo».
Quali sono le difficoltà di Soccavo?
«Credo che questo territorio soffra di una grandissima dispersione giovanile: vedo molti ragazzi abbandonati a loro stessi, così come vedo molta difficoltà da parte dei genitori nel gestirli. Noto che anche gli stessi ragazzi non riescono a gestire quel che sono, a sentirsi coinvolti dalle attività di partecipazione attiva della collettività. Noi stiamo cercando di proporre una soluzione, in piccola scala, con l’attivazione di alcuni laboratori, nei quali cerchiamo di coinvolgere i ragazzi, di attivarli, di farli impegnare sul loro territorio».
Che ruolo ha la scuola?
«E’ uno degli istituti fondamentali di formazione, la dispersione va combattuta affinché i giovani, attraverso la scuola, abbiano la possibilità di riscattarsi e integrarsi nella società odierna. La scuola è uno strumento importante, una delle realtà su cui bisogna intervenire maggiormente. E’ vero che proietta i ragazzi verso il futuro, ma il suo compito non si esaurisce qui: bisognerebbe riuscire ad andare incontro ai giovani soprattutto dopo la fine del percorso scolastico. Spesso infatti questi si trovano in difficoltà quando, usciti dal contesto della scuola, non sanno cosa fare dopo e in cosa impegnarsi. Quando non proseguono gli studi, spesso questi giovani non riescono a trovare lavoro, quindi si riversano nelle strade ed entrano nel mirino della criminalità. Questo accade in questo quartiere e in molti altri».
Quale esperienza nel suo percorso l’ha colpita di più?
«Sicuramente l’esperienza che più mi ha colpito è quella che ho vissuto durante il servizio di volontariato a L’Orsa Maggiore: vedere quei ragazzi che vivono le difficoltà di un territorio difficile, cercare di regalar loro un sorriso e provare a farli riflettere su tematiche che raramente vengono prese in considerazione nelle loro famiglie. Si tratta di tematiche trascurate o deviate, come la sessualità, la comunicazione e i litigi all’interno del contesto familiare. Un ringraziamento, un sorriso, l’interesse dei ragazzi e la loro voglia di agire, di intervenire in aiuto dei loro fratelli minori, la voglia di un futuro migliore per i loro figli: penso che queste cose siano la maggior forma di gratitudine e insegnamento che io abbia ricevuto».
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