Territorio. Al via la XII edizione di Malazè
NAPOLI – Giunta ormai alla sua XII edizione, fino al 19 settembre si svolgerà “Malazè”, la manifestazione ideata per esaltare i pregi archeologici, storici ed enogastronomici dei Campi Flegrei. La manifestazione si sviluppa nelle città di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Isola di Procida e in parte nella città di Napoli.
“Malazè” nel corso delle edizioni è diventata una delle manifestazioni più attese, proprio perché ogni evento presente nel calendario coniuga i pregi della gastronomia e dell’enologia tipica dei Campi Flegrei con l’immenso patrimonio storico, archeologico e geologico del luogo. Abbiamo intervistato al riguardo Rosario Mattera, ideatore e fondatore del progetto.
Quando nasce la manifestazione?
«Il progetto nasce nel 2005, dopo un lungo lavoro di ricerca sulla miglior tipologia di approccio nel far nascere un evento che comprendesse gli aspetti più importanti e caratteristici dei Campi Flegrei».
E’ riuscito sin da subito a coniugare l’aspetto enogastronomico con quello culturale?
«Gli elementi fondanti di Malazè sono legati all’aspetto enologico e a quello gastronomico. Malazè però ha anche una fortissima componente culturale: inseriamo cibo e vino in un contesto storico e archeologico. Quando facciamo un evento legato alla pizza, a esempio, mostriamo ai partecipanti dell’evento la lievitazione geotermica dell’impasto della pizza. Uniamo così due elementi fondamentali: la Solfatara, luogo geotermico per eccellenza, che fa parte del nostro DNA storico, archeologico e culturale; e la pizza che è uno dei piatti più conosciuti della zona campana. Noi viviamo un territorio che ha delle unicità, come la vite che viene coltivata a piede franco (Viti non innestate, in cui radici e fusto sono di un’unica pianta. Oggi sono presenti in numero limitato sul territorio europeo e di solito si tratta di esemplari centenari – ndr). Qui puoi bere vini di viti che hanno 150 anni: le nostre viti hanno un valore storico e culturale immenso. Con queste eccellenze, se si aggiunge l’elemento della narrazione a quello del turismo esperienziale, si fanno vivere momenti unici alle persone. Questi sono gli elementi fondanti del nostro progetto».
Il progetto si sviluppa in più Comuni. È complesso organizzare eventi su un vasto territorio?
«Inizialmente Malazè era sviluppato sul territorio di Pozzuoli, poi negli anni sono stati inclusi tutti i comuni dei Campi Flegrei, come Baia, Bacoli, Quarto, Monte di Procida, l’Isola di Procida. Certo, ci muoviamo su un territorio molto vasto, ma questo ci ha dato la possibilità di ampliare l’offerta. Infatti ogni giorno, per quindici giorni, c’è un evento diverso in ognuno di questi comuni. La particolarità di questi eventi è che non avvengono mai in luoghi pubblici, ma usiamo aziende agricole, siti archeologici, luoghi di interesse naturalistico. Questo potrebbe risultare dispersivo, ma la peculiarità della manifestazione è che si scelgono i luoghi da visitare. In fondo Malazè lo scegli, e questo è un punto di forza».
Con chi collaborate?
«Abbiamo collaborazioni con Federcultura, con la Fondazione Symbola, con la Fondazione Adriano Olivetti, con Urban Experience e tanti altri. Collaborano con noi anche Maison Toledo e La Residenza Storica Villa Avellino, che ospitano alcuni eventi. Grazie a queste collaborazioni, quello che era nato come un evento semplice, con vino, attrazioni, cibo e spettacoli, è diventato un vero e proprio progetto di sviluppo territoriale integrato, volto anche all’incremento del turismo. Malazè nel tempo è diventato un unicum di proposte».
Malazè è alla XII edizione. I risultati che la rendono orgoglioso?
«Vedere realizzato ciò che era un sogno, un’idea, è un’emozione unica. Non avrei mai pensato che un progetto culturale sarebbe potuto diventare patrimonio di questa comunità. L’orgoglio è soprattutto quello di aver fatto capire il valore dell’immenso patrimonio dei Campi Flegrei. Ora dobbiamo solo continuare a lavorare per fare in modo che questo patrimonio venga fatto conoscere il più possibile, facendo diventare il turismo culturale uno di punti di forza dei Campi Flegrei».
By Ilaria D’Alessandro