Time in motion. Personale di Domenico Salierno

NAPOLI – Al B&B Napul’art, da sabato 21 novembre, c’è TIME IN MOTION, il Vernissage di Domenico Salierno: sono visibili quadri e una videoistallazione, opere composte dal 1990 al 2015, in una personale presentata come una retrospettiva, ma con l’artista vivente, e dove le opere dialogano tra loro in un tempo che scorre inesorabilmente. La mostra è visitabile tutti i giorni su prenotazione. Il mercoledì e il sabato, dalle ore 17:00, l’artista accoglie personalmente i visitatori, fino al 8 gennaio 2016.

Domenico Salierno è un artista eclettico e poliedrico. Nelle sue produzioni unisce insieme varie arti dalla scultura alla pittura, poesia, teatro e danza. Diplomatosi Maestro d’Arte in Scultura all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, ha frequentato il centro Sperimentale Televisivo di Roma, ottenendo il diploma di operatore televisivo specializzato in montaggio e regia. E’ regista di cortometraggi, videopoesie, videoclip, e collabora con associazioni culturali ed emittenti televisive regionali e nazionali come Italia Uno ne “Le notti dell’angelo”, “Laboratorio 5” con Canale 5, ”Super giovani” di Rai 1. L’artista ci accoglie negli spazi del B&B e racconta di sè e della sua arte, mentre sulla parete scorre una videoistallazione, “videopoesia” la definisce lui, dal titolo “La madre non madre”, in cui una donna culla un bambino e cerca di svegliarlo dal sonno, tutto vissuto in una condizione onirica, una metafora del tempo e delle strade smarrite. Il video degli esordi è tratto dal testo di Fernando Pessoa “Il marinaio” e girato nella sua Factory ad Afragola, in provincia di Napoli, la periferia dove negli anni ’90 era nata una wave artistica. Fondamentale per la sua carriera l’incontro con la gallerista Vera Vita Gioia. Alle pareti quadri dialoganti con le forme di Picasso, Modigliani, Paladino, frutto di una ricerca personale e spirituale acquisita nella periferia napoletana e in giro per il mondo. In merito abbiamo rivolto all’autore alcune domande.

Perché una retrospettiva con artista vivente?

«Perché ho prodotto molte cose e credo in questo modus di far dialogare le opere tra loro, mettendo espressione di vari periodi, infatti la mostra si chiama “Tempo in movimento”, perché come sappiamo il tempo non è mai fermo, è sempre in movimento e allora ha preso spunto dall’espressione di vari tempi, mettendoli insieme in continuo movimento, come sono stato io»

Gli artisti hanno un’evoluzione nel tempo, in lei cos’è cambiato dal primo quadro del 1990?

«Quando una persona inizia a dipingere inizia un percorso e non sai cosa stai facendo, con l’andare del tempo diventi più cosciente e inizi a capire cosa stai facendo, cosa hai fatto, e riesci a capire comprendere di più. La differenza è quella, anche se fondamentalmente la mia arte è spinta da un’esigenza espressiva, che dai primi lavori del 1990, fino al 2015, è cambiata passando dall’informale all’arte figurativa. Sentivo l’esigenza di voler materializzare con dei volti, invece i miei primi lavori erano solo colore, fiamme, l’impeto della passione per la pittura. Invece in “Affiancosanto”del 2015 materializzo cose in cui credo adesso: la protezione dei Santi, ma è anche un gioco di parole»

Nelle tue creazioni c’è l’esperienza personale come attivista di NPS, Network Persone Sieropositive?

«La mia arte ha un approccio globale, io non scindo lo scrittore dal pittore o dall’attivista. I miei ultimi lavori sono fatti con l’immondizia bruciata, farmaci, pillole, bugiardini, perché non si scinde l’espressività dalla vita quotidiana. Quando ho iniziato dicevo di voler tirare fuori i mostri interiori e lo dicevo in modo inconsapevole, adesso dico che è normale perché l’arte è anche una sorta di psicoanalisi, di psicodramma e io ho sempre creduto in questo e tutto quello che si vede nelle mie opere è tutto quello che io vivo».

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