Tornano gli animali a Chernobyl
CHERNOBYL – Era il 26 aprile del 1986, il disastro di Chernobyl in Ucraina, all’epoca Repubblica dell’Unione Sovietica, rese il mondo intero un luogo meno sicuro. Il reattore numero quattro della centrale nucleare esplose scatenando un incendio e una nube radioattiva che si diffuse nell’atmosfera, avvelenando migliaia di chilometri di terra sovietica e Paesi europei. Da allora, una zona contaminata con un raggio di circa 30 chilometri, definita “zona di esclusione”, è rimasta disabitata dopo essere stata evacuata da oltre 110.000 persone residenti.
In seguito al disastro, per sorvegliare il territorio e verificare direttamente sul campo gli studi tra l’esposizione alle radiazioni e gli effetti sulle specie animali, vennero distribuite circa 40 ‘trappole’ fotocamera, il progetto venne chiamato Tree: Albero. Gli scienziati a capo del progetto hanno pubblicato sul loro sito internet che le telecamere di sorveglianza, presenti nella zona di esclusione di Chernobyl, hanno filmato la presenza di un orso bruno, un marsupiale europeo, una lince eurasiatica, caprioli e tanti altri piccoli animali. Questa testimonianza visiva diretta è stata accolta con grande entusiasmo dai ricercatori, che fino a qualche settimana fa consideravano quel territorio assolutamente morto. In particolare l’orso bruno, originario di zone come la Russia, la Cina, il Canada e il territorio dell’Alaska negli Stati Uniti d’America, mancava in quel territorio da oltre 100 anni.