Un drone bio per Marte
NEW YORK – Lynn Rothschild è un’esperta di biologia di sintesi della Nasa. Da sconosciuta, è oggi alla ribalta per aver creato insieme a un gruppo di studenti universitari il primo drone biologico della storia, un prototipo sviluppato all’interno dell’agenzia spaziale americana, composto da funghi, cellulosa e saliva di vespe.
Uno degli studenti coinvolti nel progetto è il fondatore dell’azienda newyorkese “Evocative Design“, produttrice dell’ingrediente principale del drone bio: blocchi di massa miceliare (Il micelio è l’apparato vegetativo dei funghi – ndr) formati all’interno di uno stampo, in questo caso la struttura di un drone. Per mantenere la forma e bloccare lo sviluppo del fungo, la struttura viene surriscaldata e dunque resa più resistente con un rivestimento di bioplastica, una cellulosa prodotta da batteri. Infine, tutto viene ricoperto da proteine clonate dalla saliva della vespa, che gli insetti utilizzano per impermeabilizzare i nidi, ciò assicura al drone maggiore resistenza durante il volo.
Al momento sembra che il rotore, le batterie e il sistema di controllo siano composti ancora con materiali tradizionali, ma altri gruppi di ricerca stanno lavorando allo sviluppo di questi componenti in forma biologica, principalmente sull’uso di batteri ‘sensori’.
Il drone biologico è stato proposto alla Nasa, dal gruppo di lavoro della Rothschild, per essere utilizzato nella prossima missione su Marte.