USA rimborseranno Iran per rottura relazioni diplomatiche del 1979
TEHERAN – Il Tribunale internazionale dell’AIA ha stabilito che gli Stati Uniti d’America dovranno rimborsare l’Iran per un totale di 1.7 miliardi di dollari per i danni provocati dalla rottura delle relazioni diplomatiche risalenti al periodo della Rivoluzione islamica del 1979.
Il rimborso stabilito dalla corte dell’AIA è il risultato di una disposizione del tribunale di Giustizia Internazionale a cui era stato affidato il compito di risolvere le controversie attraverso l’istituzione del Tribunale dei Reclami tra Iran e USA, nel 1981. Il contrasto tra i due paesi risale ai tempi della rivoluzione di Khomeini (rivoluzione islamica), che alla fine del 1979 portò alla trasformazione del governo iraniano da una monarchia di stampo persiano a una repubblica di carattere islamico. A seguito di un periodo di forti disordini, scioperi e diserzioni, nel 1979 un referendum sancì la trasformazione dell’Iran in Repubblica di cui, sotto la guida di Khomeini, fu primo presidente Banisadr. Numerosi furono gli attriti che ebbe in seguito la nascente Repubblica con la comunità internazionale; attriti che portarono all’adozione di numerose sanzioni avallate dagli Stati Uniti. La recente disposizione dell’AIA, dopo ben 35 anni, ha stabilito il pagamento di 400 milioni e di 1,3 miliardi di interessi come risarcimento di quelle ingiuste sanzioni.
Ieri, durante una conferenza stampa, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è congratulato con i colleghi iraniani per i “progressi storici” realizzati attraverso gli accordi sul nucleare e lo scambio di alcuni prigionieri, menzionando solo verso la fine la risoluzione del tribunale internazionale. Il presidente americano ha inoltre rassicurato che la somma di 1.7 miliardi di dollari era “di gran lunga inferiore a quello che l’Iran stava cercando” di rivendicare. “Per gli Stati Uniti questa decisione è stata in grado di farci risparmiare miliardi di dollari che avrebbero potuto essere rivendicati dall’Iran. Gli Stati Uniti non avevano alcun interesse a portar avanti la questione”, ha infine dichiarato il Presidente americano.