Violenza di genere. Antonio Moccia: “Denunciate e ricostruite la vostra vita”
CASERTA – Dal 18 febbraio 2016 la Regione Piemonte ha introdotto nel proprio servizio sanitario il Codice Rosa, un immediato approccio multidisciplinare all’assistenza delle donne vittime di violenza che si presenteranno in pronto soccorso. Al riguardo abbiamo chiesto ad Antonio Moccia, scrittore casertano autore del libro “Non picchiarla, non lo merita”, di commentare l’iniziativa e affrontare con noi un tema di grande emergenza sociale, molto attuale: la violenza sulle donne.
Codice Rosa in Piemonte. Cosa ne pensa?
«Una buona iniziativa, ma bisognerebbe creare un’apposita struttura collegata all’ospedale, in cui trasferire la vittima per dare supporto medico-sanitario, giuridico e psicologico a lei ed eventuali bambini, per poi ricollocarla in una nuova dimensione sociale.»
Quali altri provvedimenti reputa necessari per attenuare i fenomeni di violenza di genere e in particolare i femminicidi?
«Una maggiore tutela da parte delle Forze dell’Ordine nei confronti delle donne che denunciano. Nelle procedure odierne vediamo l’ammonimento: l’uomo denunciato viene avvertito di non rifarlo per non incorrere nelle conseguenze penali. Molte donne con cui ho parlato volevano denunciare, ma temevano di essere abbandonate, di non avere poi un riferimento per rifugiarsi adeguatamente. Per esempio, nei casi di violenza domestica, non sapevano dove andare a dormire una volta lasciata la loro residenza.»
Secondo lei cosa accomuna tutte le storie di violenza sulle donne?
«La donna, che oggi ha acquisito maggiore consapevolezza di sé: più autonoma, impegnata nel lavoro, che ha tirato fuori il suo lato maschile; e l’uomo, che non tira fuori la sensibilità del suo lato femminile e non riesce a confrontarsi con questa donna.»
Cosa spinge una donna ad accettare la violenza?
«La psicologia moderna ha dato un nome alla motivazione: “sindrome da crocerossina”. La donna vittima di violenza tende spesso ad affidare ancora cure amorevoli al suo uomo, nonostante abbia questo esercitato su di lei violenza psicologica e/o fisica, perché vuole guarirlo, perché pensa di averlo ferito con parole o comportamenti che lo hanno reso violento, o perché si trova davanti un uomo pentito e sofferente che promette di non farlo più.»
Un suo consiglio alle donne vittime di violenza?
«Abbiamo già pianto migliaia e migliaia di donne che hanno spesso ignorato piccoli segnali di violenza psicologica e fisica da parte di uomini, che non si possono definire uomini né persone da amare. Denunciate e ricostruite la vostra vita, libere di esprimervi e apparire come siete realmente.»
By Miriam Lanzetta