XV edizione “Obesity Day”. Un brindisi con Coca-Cola
MILANO – In corso oggi, e proseguirà domani 11 ottobre in moltissime città italiane, la XV edizione di “Obesity Day”, due giornate di sensibilizzazione e informazione sul tema dell’obesità. La manifestazione è promossa dalla ADI, l’Associazione Italiana Dietetica e nutrizione clinica, ed è destinata agli oltre 11.800.000 italiani in sovrappeso e i 3.600.000 obesi del Belpaese.
L’edizione di quest’anno è stata presentata all’Expo, dove tuttavia Coca-Cola è partner ufficiale, con l’obiettivo di promuovere uno stile di vita attivo, indispensabile per ottenere e mantenere un buono stato di salute. Molti gli eventi sportivi organizzati, ma soprattutto punti di informazione in tutta Italia con oltre 150 centri di dietetica e 500 specialisti tra dietologi, nutrizionisti e psicologi a disposizione per consulenze gratuite. Ma c’è una nota stonata che riguarda due progetti finanziati proprio dalla Coca-Cola Foundation in Italia, illustrati nel corso dell’evento: “Beat the Street” e “Eurobis”, riguardanti l’educazione dei ragazzi a uno stile di vita sano, basato sull’attività fisica. Strano davvero, perché in tutto il mondo la Company ‘zuccherata’ è criticata per il finanziamento milionario di istituti di ricerca e scienziati per contrastare chi sostiene il collegamento diretto tra obesità e le sue bevande, e in Italia hanno invece grande credibilità.
Al riguardo segnaliamo una pubblicazione del The Times che ha diffuso i dati del fenomeno: la Coca-Cola ha finanziato con 4.860.000 sterline la creazione dell’Istituto Europeo di Idratazione, l’EHI, una fondazione di ricerca ‘apparentemente’ indipendente che ha raccomandato lo sport e le note bevande analcoliche anche ai bambini. Sempre il Times ha sostenuto che Ron Maughan, il presidente del consiglio scientifico del EHI, è anche professore emerito di un’università che ha ricevuto quasi 1 milione di sterline dalla Coca-Cola, e che nel 1990 è stato consulente per Coca-Cola e altre aziende del settore bevande. Ma non è finita qui, la Company americana sembra abbia fornito finanziamenti per la ricerca a tante organizzazioni del Regno unito, su tutte la UKActive, la British Nutrition Foundation, l’Università di Hull, Homerton University Hospital, il National Obesity Forum, la British Dietetic Association, la Settimana dell’obesità del 2013 e l’Associazione Regno Unito per lo studio dell’obesità. Proprio attraverso queste associazioni i dirigenti della Coca-Cola hanno incontrato funzionari del governo inglese e ministri oltre 100 volte tra gli anni 2011 e 2014, ospitando persino una cena parlamentare.
Nel merito sono intervenuti Simon Capewell, della Facoltà inglese di Scienze della Salute Pubblica: “Coca-Cola sta cercando di manipolare l’opinione pubblica, non solo la politica e le decisioni politiche. Le sue tattiche fanno eco a quelle utilizzate dalle industrie del tabacco e dell’alcol che hanno cercato di influenzare il processo scientifico finanziando gruppi apparentemente indipendenti.”. E Marion Nestle, docente e ricercatore nutrizionista di New York: “Nessuno scienziato dovrebbe accettare finanziamenti da Coca-Cola, sarebbero totalmente compromessi.”.
Speriamo a questo punto che il denaro americano non abbia compromesso la professionalità degli specialisti italiani.